Compagni e compagne, vi ringrazio di partecipare al nostro congresso.
Voglio innanzitutto ricordare e ringraziare tutti gli anziani compagni Partigiani iscritti alla nostra sezione, che pur provati dall’impietoso scorrere del tempo, ci regalano ancora il loro prezioso contributo ed esempio, assieme a tutti quelli scomparsi in questi anni, assieme ai quali abbiamo garantito continuità alla A.n.p.i. di Pianoro : da tutti loro stiamo raccogliendo il testimone delle Lotta di Liberazione, cercando di dimostrarcene degni, difendendolo dalle aggressioni neofasciste, dai pericoli del revisionismo storico e del negazionismo e condividendolo con le nuove generazioni.
Voglio ringraziare l’amica e compagna Simona Salustri, della Presidenza dell’A.n.p.i. , che è qui con noi per seguire e certificare i lavori del nostro congresso.
Voglio anche ringraziare il compagno Ermenegildo Bugni, Segretario politico della Federazione Provinciale dell’ A.n.p.i. di Bologna, che ci è sempre vicino, che ieri sera era con noi e che oggi ci invia i suoi saluti e gli auguri di buon lavoro.
L'A.n.p.i. è oggi l'unico campo "franco" in cui possono incontrarsi compagni e compagne di provenienza e adesione politica diversa, un campo unitario a cui si stanno rivolgendo migliaia di giovani e meno giovani compagni e compagne, che cercano un punto di riferimento : quel riferimento che spesso e purtroppo, non riescono più a trovare nei partiti parlamentari.
Certo l'A.n.p.i. può innegabilmente riempire vuoti di passione e di appartenenza, ma non può certo sostituirsi a partiti e a organizzazioni politiche : non è la nostra missione e noi non possiamo che dirci preoccupati per la deriva qualunquistica e antipolitica che investe il nostro Paese.
Ma l’A.n.p.i. può e deve invece entrare nell’agone politico (badate bene : non partitico) quando viene attaccata una delle ragioni stesse di esistere dell’A.n.p.i. : la Costituzione Italiana , nata dalla Lotta di Liberazione dal fascismo e dal nazismo.
Leggo dal documento del Comitato Nazionale dell’A.n.p.i. del 21 gennaio 2016 , votato all’unanimità da 23 compagni, con sole 3 astensioni:
"Per la nostra Associazione il tema è solo quello dell'intransigente difesa della Costituzione da ogni “stravolgimento” che rimetta in discussione le linee portanti (anche della seconda parte) ed i valori di fondo; l’A.n.p.i. considera la Riforma del Senato , ma anche la legge elettorale, così come approvate dal Parlamento, un vulnus al sistema democratico di rappresentanza ed ai diritti dei cittadini e in sostanza una riduzione degli spazi di democrazia."
L'A.n.p.i. di Pianoro plaude con soddisfazione la decisione del Comitato Nazionale e ringrazia il Presidente Smuraglia per l’abnegazione, la tenacia e la passione etica e morale con cui da subito ha saputo affrontare e respingere anche questo nuovo attacco alla Costituzione.
L'A.n.p.i. di Pianoro sollecita poi pazienza, rispetto e tolleranza tra chi si trova e si troverà, seppur momentaneamente, in campi avversi.
Questo non vuole dire rinunciare ai propri Ideali o alle proprie speranze, ma vuol dire soltanto essere pragmatici e concreti . Ma a volte e soprattutto, pazienti e generosi.
L'A.n.p.i. di Pianoro d’altronde si è fatta e si farà sempre trovare in prima linea nella difesa della Memoria, della Libertà, della Giustizia, nelle battaglie per i diritti negati:
oltre alle imprescindibili celebrazioni della giornata della Liberazione del 25 aprile, organizzate assieme al Comune, verranno ripetute le visite guidate delle classi delle medie ai sacrari di Marzabotto e di Sabbiuno, sempre in collaborazione col Comune. Sono poi in programma presentazioni di libri consoni alla missione di divulgazione della Memoria storica e degli Ideali della Resistenza e anche quest’anno viene organizzato il prezioso Concorso per le terze classi delle scuole medie, sui temi della Costituzione, arrivato alla sua quinta edizione.
L'A.n.p.i. di Pianoro è rappresentato da un proprio esponente nel Comitato Direttivo provinciale, ha prodotto e produce analisi e documenti propri, ha un sito internet (www.anpi.it) e una pagina Facebook discretamente frequentati.
Per continuare a fare tutto questo, auspichiamo una vera collaborazione tra le forze autenticamente democratiche e sinceramente Antifasciste, con le organizzazioni sindacali e con le associazioni più sensibili del territorio, oltre a sollecitare più partecipazione e vicinanza ai militanti e ai simpatizzanti stessi, certo consci del poco tempo che rimane a chi svolge già altri impegni di volontariato.
Da molto tempo ormai, io, Silvia, Simona, Giovanni, Ivana, Franca cerchiamo di lavorare al meglio delle nostre possibilità per la sezione A.n.p.i. Franco Bonafede di Pianoro. Pensiamo di aver svolto discretamente il nostro incarico, sapendo che si può sempre fare meglio, ma sapendo anche che tutto ciò che siamo riusciti a fare lo abbiamo sempre fatto con impegno e grande passione nel ricordo, il rispetto e la gratitudine verso chi ci ha preceduto: Diana Sabbi, Bacchetti, Caldi e tutti gli altri compagni e compagne che hanno vissuto sulla propria pelle i sacrifici della Resistenza.
La militanza e la passione ideale non hanno prezzo e limiti.
E infatti tutti noi militanti siamo dei volontari: tagliamo preziosi pezzi del nostro tempo per servire una causa e degli Ideali in cui crediamo.
Ma lo facciamo volentieri, lo facciamo con il cuore e lo faremo fin che avremo respiro, senza nessun timore di sconfitte o delusioni: non potremmo fare diversamente, perché l’ Antifascismo è dentro al nostro D.n.a.
Quindi, se un giorno vedeste uno di noi tornare indietro, state sicuri che sarebbe soltanto per prendere un’altra rincorsa .
Negli ultimi anni abbiamo assistito a tentativi di cancellare, negare, trasformare la Memoria storica della Resistenza e della Lotta di Liberazione.
L’ondata revisionista ha toccato altezze da tsunami, con pubblicazioni e libri vergognosi e con film oltraggiosi, trasmessi dalle televisioni di Stato.
Ma tanto mi ferisce anche il masochismo di alcuni utili ingenui, che seppure antifascisti, in nome di un travisato senso della verità, si prestano ad operazioni vergognose, come il consolidamento del “giorno del ricordo”, costruito e inteso essenzialmente come rivincita reazionaria alla giornata della Memoria e al 25 aprile: se ricerca storica deve essere, se verità storica deve essere, che lo sia fino in fondo, cominciando da ciò che ha causato la vendetta slava delle foibe, ovvero le violenze, i soprusi e gli eccidi perpetrati dalle squadre criminali fasciste e dal regio esercito italiano.
Se si ricordano le foibe titine, bisogna ricordare anche i campi di concentramento italiani in Slovenia e in Croazia: dopo di essi, soltanto dopo di essi, arrivarono le vendette e le foibe.
Tutti gli episodi cruenti che possono essere accaduti durante la Resistenza e la Lotta di Liberazione, sono poi assolutamente da contestualizzare : la lotta Partigiana non era una sagra o un gioco a premi: se vincevi, l’unico premio era la Libertà, e se perdevi, c’era la morte che ti aspettava.
In questi ultimi anni siamo stati governati da fascisti come Storace, postfascisti come Gasparri e La Russa e piduisti come Berlusconi, Verdini, Cicchitto, Martino: da gente così potevamo forse attenderci un trattamento diverso per la Memoria della Resistenza.. ?
Direi proprio di no e mai come ora il livello di attenzione e vigilanza dovrebbe essere alto, anche se purtroppo così non è.
Eppure siamo arrivati ad un livello di fascismo mediatico così violento, che francamente in pochi ci saremmo aspettati . Chi dà fastidio al capo e ai suoi complici, viene ostacolato, censurato, licenziato: chi dà fastidio deve essere distrutto. Per ora mediaticamente, ma se non li fermiamo, le cose potrebbero presto peggiorare pericolosamente.
Spero sia evidente a tutti, che la più importante delle battaglie democratiche e antifasciste che dobbiamo necessariamente combattere, sia quella dell’Informazione. E già partiamo con colpevoli ritardi.
Sarebbe interessante capire perché si è arrivati fino a questi limiti e cercare, tra chi doveva opporsi a tutto questo, i responsabili di sottovalutazioni, sconfitte e forse complicità, ma sarebbe oggi fastidioso e anche controproducente: quando si deve combattere una battaglia così grande, occorre privilegiare ciò che unisce e non ciò che divide, seppure obtorto collo. Lo fece il C.L.N. e così dovremo fare anche noi.
Da oggi si tratta di alzare l’asta della attenzione e non limitarci alla logica difesa della Memoria, quando questa viene offesa e vilipesa, ma lanciare una grande campagna di ricordo, narrazione e controinformazione sulla Resistenza, principalmente mirata al mondo della scuola e dei media, ma anche a tutto il mondo del lavoro: quel mondo che oggi ha più da perdere, davanti all’incubo reale di un nuovo fascismo.
Come aberrante nemesi di un Paese che non ha mai veramente fatto e chiuso i conti con il proprio nefasto passato, continua lo smantellamento della Democrazia e della Memoria Resistenziale, con i continui tentativi di infame equiparazione tra Partigiani e “Repubblichini”, con incredibili intitolazioni di strade e piazze a gerarchi fascisti, con assalti a circoli sociali e politici e violenze personali a singoli compagni.
Negli ultimi sei-sette mesi, si sono viste decine di aggressioni fasciste, pericolose e criminali : è lunga la lista delle violenze a omosessuali, a immigrati, ma soprattutto agguati a giovani compagni Antifascisti, che incredibilmente, pur in mezzo all’oceano di disinformazione, riescono ancora a scegliere l’Antifascismo come Valore vitale e imprescindibile, a reagire al progetto di oblio delle coscienze e a non arrendersi ai narcotici riti televisivi.
Ci sono ragazzi formidabili nelle scuole, nei movimenti degli studenti, nei movimenti giovanili delle organizzazioni di sinistra, nei circoli culturali e nei centri sociali.
I quesiti che spesso ci pongono sono principalmente due: come opporci, fuori di metafora, alle violenze fasciste, in nome della Repubblica nata dalla Resistenza ..? Dobbiamo correre il rischio di perdere, giorno dopo giorno, tutto ciò che è stato conquistato dai Partigiani coi loro sacrifici..?!
E se vogliamo davvero continuare a opporci alla nuova violenza fascista e alla deriva revisionista, come abbiamo concretamente intenzione di farlo ..?!
Quei giovani e tanti altri ancora, attendono le risposte da noi e noi gliele dovremo dare.
Lo scenario della crisi è continentale, ma proprio l’Unione europea è oggi preda di spietati gruppi bancari, gruppi finanziari multinazionali, potenti lobbies economiche e logge massoniche, per tacere da chi, a Bruxelles, rappresenta gli interessi delle cosche mafiose.
Mentre la crisi economica, che il governo continua a minimizzare, piega sempre di più la parte più debole della popolazione, i padroni non trovano di meglio che alzare lo scontro coi lavoratori: l’A.n.p.i. Nazionale in Ottobre è scesa in piazza al fianco della principale protagonista delle lotte dei lavoratori, la C.g.i.l. e in particolare della federata F.i.o.m., interprete della Resistenza alle pretese padronali, spesso nei fatti agevolate e blandite dai cedimenti delle altre sigle sindacali.
Ma d’altronde il piano di “rinascita P2” del massone Gelli e del suo allievo Berlusconi, prevedeva il ridimensionamento dei Sindacati troppo “attivi” e sollecitava, testualmente la “rottura con la Cgil di Cisl e Ui e la loro successiva unione con i sindacati autonomi”.
E a tal proposito, da 16 anni ascoltiamo anime candide predicare, da centrosinistra, che non bisogna mai demonizzare gli avversari…
Penso invece che sia giunto il momento, quasi fuori tempo massimo, di gettare tutte le carte sul tavolo e se necessario, rovesciarlo quel tavolo: non si può essere cortesi con chi ti insulta e gioca sporco, non si deve essere garbati con chi vorrebbe vederti scomparire, è da stolti essere disponibili con chi parla d’amore e semina odio.
Siamo ancora immersi nel progetto P2 fino al collo : eravamo governati da piduisti della prima e seconda ora, da pregiudicati e da condannati, ebbene oggi l’attuale governo, di ben diverso colore, incredibilmente non disdegna il soccorso parlamentare di personaggi come i piduisti Cicchitto e Verdini, e non respinge la recente simpatia di Cuffaro e Cosentino.
Negli elenchi della loggia P2 , oltre a politici, c’erano militari, magistrati, industriali, giornalisti, editori, banchieri, commercialisti, medici… tutto ciò che sono riusciti a fare in oltre 20anni, sfregiando giustizia, democrazia e Costituzione, non sono riusciti a farlo per caso.
Quindi la missione di chi ancora vuole Resistere e si ostina a combattere, è veramente inquietante, proibitiva e disperata ... ma compagni: non era forse inquietante e disperata la Resistenza di chi, in montagna, passava le notti al freddo e le giornate con il fucile in mano, lottando contro le S.S. naziste e le squadracce fasciste..?!
E allora noi non abbiamo diritto di lamentarci, ma solo il dovere di combattere anche questa nuova lotta di Liberazione.
Non dobbiamo adattarci mai alla mediocrità: dobbiamo cercare di uscire dalla zona grigia dell’abitudine e della rassegnazione.
Dobbiamo coltivare ancora il coraggio dell’indignazione e della ribellione.
L’A.n.p.i. c’era ieri, c’è oggi e vogliamo che ci sia anche domani : con tutto il nostro cuore.
Atos Benaglia
Compagne e compagni,
sette minuti sono veramente pochi e stringendo non si può evitare lo schematismo. Leggo quindi dal documento del Comitato Nazionale dell’A.n.p.i. del 21 gennaio 2016 , votato all’unanimità da 23 compagni, con sole 3 astensioni:
"Per la nostra Associazione il tema è solo quello dell'intransigente difesa della Costituzione da ogni “stravolgimento” che ne rimetta in discussione le linee portanti (anche della seconda parte) ed i valori di fondo; l’ANPI considera la Riforma del Senato, ma anche la legge elettorale, così come approvate dal Parlamento, un vulnus al sistema democratico di rappresentanza e ai diritti dei cittadini e in sostanza una riduzione degli spazi di Democrazia."
L'A.n.p.i. di Pianoro, che io rappresento, plaude con soddisfazione la decisione del Comitato Nazionale e ringrazia il Presidente Smuraglia per l’abnegazione, la tenacia e la passione etica e morale con cui, da subito, ha saputo affrontare e respingere questo nuovo attacco alla Costituzione: uno dei più dolorosi, subdoli e inattesi, perché arrivati da parti che credevamo amiche.
L'A.n.p.i. di Pianoro sollecita poi pazienza e tolleranza tra chi si trova e si troverà, seppur momentaneamente, in campi avversi.
Questo non vuole dire rinunciare ai propri Ideali o alle proprie speranze: vuol dire essere soltanto pragmatici e concreti. Ma anche e soprattutto, pazienti e generosi. Tutti noi vogliamo bene alla nostra Associazione e ci adoperiamo con passione, volontariamente e gratuitamente, affinchè la Memoria della Resistenza si consolidi e si rinnovi: sarebbe ben triste se qualcuno volesse utilizzare l’ANPI per altri fini.
Perchè compagni, dopo il Congresso Nazionale, assieme alle campagne referendarie, dovremo affrontare, tutti assieme, una situazione che appare sempre più grave: vediamo una crescente e feroce mancanza di rispetto e gratitudine verso chi ha sacrificato tutto per la Libertà e per la Liberazione dal nazismo e dal fascismo.
Gli attacchi neofascisti, il revisionismo delle destre, le sottovalutazioni borghesi, ci devono far sentire, quasi fisicamente, l’esigenza di lottare, per riuscire a far vivere la Memoria e la Verità Storica, per farle onorare e rispettare.
Vediamo con tristezza e rabbia gravi carenze e sottovalutazioni anche nelle persone attorno a noi, quelli che dovrebbero provare lo stesso sentimento d’indignazione e spesso invece non nascondono addirittura una specie di noia, verso un argomento che ormai ritengono di scarsa importanza, sostanzialmente obsoleto e da consegnare ai libri e a Wikipedia.
Ma tutto questo ci deve spingere a rifare tutto ciò che abbiamo fatto e ancora di più, con l’orgoglio di una Organizzazione di 120mila iscritti e la convinzione di poter rimettere sotto i riflettori dell’attualità, ancora e sempre, l’Antifascismo e gli Ideali della Lotta di Liberazione e dobbiamo farlo assieme, uniti, dopo il prossimo Congresso.
I nostri compagni Partigiani rimasti hanno novant’anni, ma anche tanti di quelli che li hanno affiancati o sostituiti hanno i capelli bianchi, o come minimo grigi come me, ma l’energia e la passione che mettiamo nell’impresa ci scaturisce dal cuore, quel cuore che ancora, dopo anni di lotte, ci spinge a continuare, nonostante le sconfitte, la stanchezza, le stagioni che passano e le frustrazioni politiche ed economiche del periodo arido in cui stiamo vivendo.
Le modifiche allo Statuto dell’A.n.p.i. hanno procurato linfa vitale e fatto ingrossare di nuovo le fila dell’Associazione, rinfrescandola e rilanciandola.
Nel frattempo, lo stato comatoso in cui versano le organizzazioni politiche e i partiti della Sinistra, hanno accentuato il potenziale di attrazione dell’ANPI, che nei fatti, per molti giovani compagni e compagne, rappresenta oggi un punto di riferimento etico, politico e sociale stabile, spesso purtroppo unico.
Certo l'ANPI può innegabilmente riempire vuoti di passione e di appartenenza, ma non può certo sostituirsi a partiti e a organizzazioni politiche: non è la nostra missione, anche se non possiamo certo chiudere gli occhi e non preoccuparci per la deriva qualunquistica e antipolitica che investe oggi il nostro Paese.
E’ quindi inutile negare che tutto questo stia comportando una pur lenta, ma inesorabile, mutazione della “missione” dell’A.n.p.i. , fino ad oggi tesa principalmente al ricordo, alla memoria e alla narrazione, trasformandola sempre più in presenza stabile alle odierne manifestazioni “Resistenti”, in guida indiscussa nella difesa della Costituzione nata dalla Resistenza, in sostegno solidale alle lotte dei lavoratori, dei precari e degli studenti, in partecipazione alle lotte delle donne e a quelle dei nuovi soggetti deboli della Società Civile.
Questa mutazione viene evidentemente temuta da molti compagni, preoccupati dal rischio di trasformazione dell’Associazione in effettivo soggetto politico, ma questo non succederà, perchè l’ANPI deve rimanere un porto libero, sicuro e accogliente per tutti gli antifascisti, un vero e proprio porto franco e unitario, nelle nebbie delle divisioni politiche: per poter realizzare questo, risultano fondamentali il ruolo, il credito e il prestigio che ancora vengono riconosciuti all’ANPI.
Questo però significa anche mantenere la totale indipendenza da qualsiasi partito politico, “conditio sine qua non” che viene sottolineata e evidenziata proprio quando questi si trovano a fare scelte da noi insostenibili e anticostituzionali.
Ma nonostante i limiti e i problemi che ben conosciamo, che cercheremo ovviamente di superare, l’Associazione è quindi sempre più preziosa e indispensabile e dovrà essere pronta a lanciare una grande mobilitazione Antifascista, necessaria ad affrontare la presenza violenta di ben due organizzazioni neofasciste, a cui quest’Italia diversamente democratica permette anche di presentarsi alle elezioni, ma anche a fronteggiare i loro alleati ormai fissi, i cialtroni razzisti e incoscienti della Lega.
Da questo quadro affrescato, nascono grande ansia e rabbia, ma anche una grande risolutezza a continuare a fare ciò che abbiamo fatto in questi anni, che era e rimane la ragione principale del nostro impegno : continuare a servire e a onorare gli Ideali Antifascisti della Resistenza.
Questo incontro si ripete ogni anno ma ciò malgrado non perde nulla della sua importanza, perché, come non ci stancheremo mai di ripetere , la memoria della Resistenza riguarda l’atto di nascita dei nostri valori fondanti, la Costituzione, la Libertà , le Regole del nostro vivere civile.
E lo facciamo, come tutti gli anni, nei luoghi dove è nata la nostra Costituzione , a Livergnano al monumento al soldato brasiliano, al cippo della piazzetta di Livergnano, a Pianoro Vecchio al monumento a Salvo D’Acquisto, a Pian di Macina, al Querceto, al Botteghino, qui a Pianoro in piazza dei Martiri e al Monumento ai Caduti, perché , come diceva Calamandrei : “ dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità andate lì o giovani perché lì è nata la nostra Costituzione”.
Perché essere Antifascisti oggi come ieri vuol dire lottare per la legalità, per la giustizia e per la pace, per i diritti di tutti gli essere umani.
Oggi c’è un grande bisogno di vivere la Resistenza traducendola nelle vicende attuali. Ci sono ancora muri e fili spinati da superare, da combattere , ma tutto è più difficile perché passano attraverso le nostre stesse società e si manifestano con l’assenza di solidarietà umana.
Quello che stiamo vivendo è il ritorno della paura e delle incomprensioni tra i popoli europei che i nostri padri hanno vissuto e che hanno portato alla seconda guerra mondiale.
Se ci si ferma ad ascoltare le parole che sono nel vento, le somiglianze che si sentono sono impressionanti.
Oggi Resistere vuol dire anche opporsi a tutto questo ritrovando e facendo ritrovare la memoria di tutto ciò che ci ha aiutato a superare la guerra e che ci ha regalato 71 anni di pace.
Perché la libertà non è un fatto acquisito una volta per tutte, come la democrazia. Perché quando viene a mancare la consapevolezza dei fini , quando il potere e le sue leggi non si identificano con la vita dei cittadini, muore la politica e con essa la democrazia.
L’ANPI non dimentica , perché noi abbiamo raccolto il testimone dai nostri padri , che hanno resistito all’oppressione e al fascismo pagando con la loro vita e combattendo per la vita di noi tutti.
Non dobbiamo avere paura di perdere il nostro futuro, lo dobbiamo gridare alle giovani generazioni che ci ascoltano perché dobbiamo trasmettere loro il testimone , dobbiamo reagire e Resistere, come fecero i nostri padri, e ciò non è solo possibile ma utile e necessario.
Oggi dobbiamo “mettere il diavolo in corpo “ come ci ha insegnato Calamandrei, per difendere l’integrità della nostra Costituzione e per dare voce ai diritti che essa sancisce : uguaglianza, pari opportunità, ripudio della guerra, una scuola per tutti , una sanità per tutti, ma soprattutto le regole democratiche condivise. Lo dobbiamo ai nostri padri Costituenti ma soprattutto lo dobbiamo ai nostri figli, ai nostri nipoti.
E non dobbiamo dimenticare che in questo momento tanti stanno combattendo contro il cancro della Mafia, che sta diffondendosi sempre più nel corpo della società civile. Come i tanti che combattono contro le evidenti ingiustizie, costituite dal divario tra garantiti e precari , da famiglie sempre più impoverite , e dall’affanno e dall’incertezza delle giovani generazioni.
Il mondo politico di fronte a ciò arranca, sembra incapace di reazione , ma il nostro compito di Resistenti è l’indignazione , la capacità di dire no.
No all’idea che si possa sempre accettare come normale ciò che avviene attorno a noi, e che normale non è.
E voglio ricordare a noi donne che siamo qui , che 70 anni fa, grazie alla lotta delle nostre madri e dei nostri padri ci siamo “conquistate” il diritto al voto. Era il marzo del 46, un attimo prima che io nascessi, sono nata nell’aprile del 46, e alle amministrative le donne risposero in massa con un’affluenza che superò l’89%, Circa duemila donne furono elette nei consigli comunali., la stessa partecipazione ci fu per il referendum del 2 giugno, ma le donne elette nella Costituente furono solo 21 su 226 candidate, e solo cinque parteciparono alla Commissione dei 75.
Lunga e faticosa è stata e sarà la lotta della donna per la sua autodeterminazione, nonostante , per esempio, che solo nella provincia di Bologna , siano morte ben 128 partigiane per la nostra libertà , che le donne partigiane combattenti furono complessivamente 35 mila e che 70 mila fecero parte dei gruppi di difesa della donna , che 4653 furono arrestate e torturate 2750 vennero deportate in Germania e 2812 fucilate od impiccate , che 1070 caddero in combattimento e 19 decorate di medaglia d’oro al valore militare. E che nonostante le battaglie delle nostre madri e anche della mia generazione , il divorzio , la legge sull’aborto , il diritto di famiglia ecc. siamo ancora qui a lottare per la consapevolezza della nostra pari dignità., dei nostri diritti.
Voglio qui ricordare, una per tutte, combattente partigiana di Pianoro, sarta e medaglia d’argento al valor militare, la nostra Diana Sabbi , grande presidente dell’Anpi di Pianoro., che fu la prima donna eletta nell’amministrazione comunale di Pianoro.
Tutto questo noi lo ricordiamo perché noi tutti abbiamo la consapevolezza che Resistere a chi offende la giustizia non rappresenta solo l’appartenenza ad un partito, è il luogo dell’incontro intorno agli ideali di chi ha compiuto l’atto di Resistere all’ingiustizia prima di noi.
E il grande compito che oggi abbiamo di fronte è cercare di costruire i presupposti per dare ai nostri figli altri 71 anni di pace, che non è una cosa da poco, e lo possiamo e dobbiamo fare grazie all’esempio dei nostri padri.
Viva la Resistenza Viva il 25 Aprile
Silvia Ferraro
Presidente Anpi Pianoro